Approvata una legge regionale che lega lo stanziamento di fondi per la costruzione o manutenzione di arterie viarie esclusivamente a progetti che inseriscano percorsi per la mobilità sostenibile. L'obbligo è già previsto dal Codice della strada dal 1992. Ma finora è stato sempre disatteso.
Una pista ciclabile per ogni strada. E’ l’idea ecosostenibile promossa dalla Regione Puglia, che ha approvato una legge a suo modo rivoluzionaria nel settore della mobilità: tutti i progetti di costruzione di strade nuove o di manutenzione delle vecchie dovranno prevedere un percorso ciclabile parallelo; in caso contrario, non saranno finanziate con i soldi della Regione. La novità è proprio questa: il vincolo dell’erogazione dei fondi regionali alla presenza di una pista ciclabile. L’obbligo di costruire percorsi ciclabili in corrispondenza delle nuove strade, infatti, in Italia esisterebbe già, previsto dal Codice della strada dal 1992. Una norma che però viene puntualmente disattesa o aggirata: “Perché da noi funziona così: se non ci sono delle sanzioni nessuno se ne frega nulla – spiega a ilfattoquotidiano.it Antonio Decaro, consigliere regionale ed ex assessore alla mobilità del Comune di Bari, primo firmatario della legge appena approvata – Negli ultimi 30 anni l’applicazione di quella norma è stata pressoché nulla. Adesso in Puglia cambieremo le cose facendo leva sull’arma più potente che abbiamo a disposizione: i soldi”.
Delle strade che vengono costruite ogni anno, almeno il 70% riceve contributi regionali, in via diretta o indiretta; tra queste, praticamente tutte le strade comunali e provinciali più importanti, che formano il grosso del tessuto viario del territorio. E l’articolo 14 della nuova legge parla chiaro: niente pista ciclabile (per l’intero sviluppo dell’arteria stradale, senza interruzioni), niente finanziamenti dalla Regione. Discorso valido anche per i piani di ristrutturazione di strade già esistenti; così come la Regione avrà facoltà di revocare i contributi in corso d’opera, in caso di mancato adempimento delle condizioni previste.
Il disegno di legge promosso dal Pd (tra i firmatari, oltre a Decaro, ci sono anche Guglielmo Minervini, assessore alla mobilità della Regione Puglia, e Sergio Blasi, segretario del Pd Puglia) si spinge anche più in là, stabilendo l’obbligo di pianificazione per Comuni e Province della rete ciclabile, esattamente come avviene per quella stradale. “Se si crede nella mobilità alternativa bisogna trattarla al pari di quella motorizzata”,“Non bastano le parole e i buoni principi, per cambiare la situazione si devono utilizzare gli strumenti normativi. Con questa legge la Puglia è la prima, e forse l’unica, Regione in Italia che recepisce concretamente i dettami del Codice della Strada”.
Previste poi anche una serie di misure accessorie e funzionali al progetto: come ad esempio la costruzione di ciclo posteggi, depositi, punti di noleggio e di riparazione, prioritariamente in corrispondenza degli snodi di trasporto pubblico e dei centri focali delle città (stazioni, università, ospedali, ecc.). D’ora in poi anche gli edifici residenziali per ottenere la concessione edilizia dovranno essere dotati di spazi appositi per le biciclette; e almeno il 10% dei posti auto previsti dal Piano regionale dei trasporti sarà riservata ad area sosta per le due ruote. Per finanziare queste iniziative verranno stanziati annualmente dei fondi all’interno del capitolo di bilancio regionale per le “spese in materia di sicurezza stradale e mobilità sostenibile”. Una cifra tra i 500 mila e il milione di euro per il 2013, fanno sapere dalla Regione, da destinare soprattutto alla realizzazione dei piani di mobilità ciclistica; mentre per le infrastrutture vere e proprie si conta di sfruttare i fondi europei extrabilancio.
L’obiettivo finale è quello di consentire una reale diffusione del trasporto ciclistico come valida alternativa a quello privato a motore, con lo sviluppo di una rete capillare di ciclovie e sistemi di trasporto di tipo combinato (sul modello del cosiddetto ‘bikesharing’). Un tentativo in corso già da qualche anno a Bari. Invero con risultati buoni ma non straordinari, a causa della scarsa educazione dei cittadini all’utilizzo della bicicletta. Insomma, dopo aver fatto le piste ciclabili bisognerà fare i ciclisti. Ma la Puglia insiste, addirittura rilancia: “Se in Olanda – dove pure il clima è molto rigido – il 26% degli spostamenti avviene in bici, non si vede perché ciò non possa accadere anche in una terra baciata dal sole e totalmente pianeggiante come la nostra, ideale per la bicicletta”, conclude Decaro (fonte il fatto quotidiano)